L’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri del 18/10/2020, ha apportato alcune modifiche al precedente, riguardanti i comportamenti da mantenere per cercare di far calare drasticamente i contagi. Coinvolgendo il settore di cui mi occupo, non potevo esimermi da avere un’opinione in merito, ma prima di esprimervela mi soffermerei sulla lettura dell’articolo in questione (Art. 8, modifica della lettera ee))

8) la lettera ee) è sostituita dalla seguente: “le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5,00 sino alle ore 24,00 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e sino alle ore 18,00 in assenza di consumo al tavolo; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze; le attività di cui al primo periodo restano consentite a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi; detti protocolli o linee guida sono adottati dalle Regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nei rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato 10; continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente; è fatto obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti”;

Quindi ricapitolando:

  • Le attività dei servizi di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 alle ore 24.00 con consumo al tavolo e con un massimo di 6 persone ad ogni tavolo. Dalle ore 5.00 alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo.
  • La consegna a domicilio è consentita, nel solito rispetto delle norme igienico-sanitarie.
  • Gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (in aree di servizio lungo le autostrade, negli ospedali, negli aeroporti, mense e catering) restano aperti con l’obbligo di mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro, secondo i protocolli di sicurezza anti Covid.
  • Il DPCM prevede che possa essere disposta la chiusura di vie o piazze dei centri urbani dalle ore 21.00, ma resta possibile l’accesso agli esercizi commerciali, legittimamente aperti, e alle abitazioni private.

Vediamo insieme due aspetti: da un lato è stata eretta una grossa barriera per tutte quelle attività che hanno poco spazio all’interno del proprio locale e che, di conseguenza, puntavano su aperitivi rapidi e sui “caffè al volo”, le quali si troveranno con un deficit importante; dall’altro ci sono quelle attività che hanno puntato sugli spazi ampi, si troveranno con un afflusso di pubblico maggiore da dover gestire.

In una situazione così delicata, e specialmente se c’è in gioco il futuro della propria attività, spesso la gente è portata a scegliere la strada più semplice ed ignorare alcune regole, trasgredendole: ma in questo caso c’è in gioco la salute e non si può scherzare facendo “i furbi”. Si possono altresì trovare delle soluzioni costruttive e proficue.

Spesso consiglio ai miei clienti di ritagliare il 10% del proprio budget investendolo nel marketing, nei prodotti online, in modo da ricavare un indotto secondario che supporti il fatturato in mancanza di entrate, che può derivare da molteplici fattori (es. maltempo, chiusura delle strade, ferie, o quello più odierno come il lockdown).

Ci sono altre idee che possono essere utilizzate: il delivery; il take away attraverso nuove aziende specializzate e con costi di gestione bassi; l’aumento, dove possibile, dello spazio dei propri dehors, etc. Di seguito, vi lascio i link degli articoli dove ho affrontato questi argomenti.

In conclusione, le soluzioni esistono, basta solo avere la pazienza e la forza d’animo per riorganizzarsi e diventare aziende dinamiche. Avete delle idee o suggerimenti che possono aiutare gli altri imprenditori? Lasciate un commento!

 

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Alla prossima settimana

Mike

 

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