Durante il primo lockdown di inizio anno, ho parlato di una modalità simile, sempre diretta ai clienti ma che non implichi il consumo diretto di alimenti sul posto, il take away (LINK). Oggi invece voglio concentrarmi sul delivery, in quanto, per far fronte alla situazione attuale, in molti si stanno organizzando per effettuare le consegne presso il domicilio dei clienti e per recuperare il fatturato perduto.
Ci sono però alcune cose da tenere a mente prima di lanciarsi in questo servizio, rischiando di perdere più di quello che si guadagna. Dobbiamo distinguere due tipi di delivery:
Delivery in prima persona
Siamo noi, o nostri collaboratori/dipendenti assunti, ad eseguire la consegna, tramite mezzo di trasporto. In questo caso serve avere ben chiaro che:
- L’assicurazione va allargata per coprire anche l’addetto che consegna al di fuori del punto vendita per tutto il tragitto
- L’aliquota è differente in caso di vendita in forma delivery
- In base alla tipologia del mezzo di trasporto, ci sono dei costi da sostenere, che sia di proprietà o meno
- Per far conoscere questo ulteriore servizio ai potenziali clienti o a quelli abituali, bisogna investire nel marketing, il quale ha un costo diverso in base alle esigenze
- Ogni prodotto deve seguire perfettamente le norme igienico sanitarie legate alla modalità delivery (se desiderate approfondire potete trovare ulteriori informazioni a questo LINK)
Come potete vedere ci sono molti aspetti da non trascurare per non incorrere in dispendiose perdite di denaro. Attualmente non mi sento di consigliarvi questo sistema.
Delivery in terza persona
In questo caso invece, tutto ciò che c’è da sapere è la percentuale da corrispondere alle società che si occupano di pubblicizzare, ritirare e consegnare il tuo prodotto, le quali variano dal 25% al 35%, oltre al costo d’iscrizione. Anche se può sembrare alto, e di norma è questa la strategia che non mi sento di consigliare, oggi in previsione di un nuovo lockdown sembra quella migliore: i supermercati e la grande distribuzione saranno preparate e avere una società che si occupa di questi aspetti fa molto più comodo in termini di tempi e costi. Pertanto, conviene interpellare un’azienda esterna piuttosto che spendere di tasca propria e cercare di competere con i colossi del marketing.
Per concludere, a meno che non abbiate un giro di clienti abituali molto stabili o vi occupaste personalmente della consegna nel vicinato della vostra attività, il mio consiglio oggi è di trovare il miglior accordo commerciale con una o più società di servizi delivery della vostra città e spingere le vendite, curando attentamente qualità, velocità di preparazione e packaging.
Spero possa esservi utile in questi tempi difficili.
Alla prossima settimana,
Mike
Foto di Gustavo Fring da Pexels